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Marina di Shelter Bay – Prima del canale di Panama

Passato l’ingresso della diga della rada di Colon facciamo rotta sulla destra, costeggiando il frangiflutti fino al marina di Shelter Bay VHF 9.

Troviamo un primo pontile dritto di prua con una sorta di rimiorchiatore, il Panama Star, che è in realtà la stazione di rifornimento.

Accostiamo a sinistra costeggiando le mangrovie e seguiamo le istruzioni impartite via radio dal personale del marina, che ci guida fino all’ormeggio.

Dalla barca sorvegliamo Pablo...La maggior parte dei posti è su catways per barche fino ai 16 metri, mentre le unità più grandi ormeggiano along side in testata.

Il marina è pulito, silenzioso e quasi asettico. Siamo giusto davanti al ristorante ed alla piscina con wifi, relax, birra fresca e dei fantastici “patacones rellenos di ceviche” a disposizione. Uno spettacolo!

Il Marina di Shelter Bay è l’unico all’interno della baia di Colon ed è utilizzato praticamente da tutte le barche in transito per il canale di Panama.

I servizi tecnici sono quasi inesistenti e non si trova materiale tecnico, ma hanno un cantiere con un’area di stazionamento a terra dove abbiamo visto movimentare barche anche di 25 metri con cura e professionalità.

Non lo suggeriremmo per lavori importanti, ma per lasciare la barca o per un semplice carenaggio è OK. Meglio portare la propria antivegetativa che qui…”no hay”.

Per andare verso Colon o Panama il marina mette a disposizione una navetta gratuita. In circa 1 ora attraversa le chiuse di Gatun e porta al centro commerciale di 4 Alto, dove si trova lo ship chandler Abernathy che ha un minimo di materiale elettrico, pompe, tubi, pitture e cose da pesca.

Proseguire per Panama, Balboa, è un’immersione nella vita locale. Si prende il bus (superclimatizzato!!) e mentre si guarda un film, inguardabile, in un paio d’ore si arriva in città dove una spettacolare skyline di eclettici grattacieli si affaccia sull’Oceano Pacifico.

Tramite il Marina è possibile riempire le bombole del gas. Per un buon saldatore chiedere di Guido, il tedesco installato a Puerto Linton (procuratevi l’inox, qui non si trova).

Nel marina si sta organizzando una veleria, che può effettuare piccole riparazioni e canvas.

 

 

 

Davanti a Selaví

Davanti a Selaví

 

 

Una bella rinfrescata è quello che ci vuole!

Una bella rinfrescata è quello che ci vuole!

 

Estintori automatici in sala macchine: un impianto indispensabile per la sicurezza dell’imbarcazione.

Un incendio è sempre un evento grave. A bordo è qualcosa di drammatico ma in sala macchine può essere catastrofico!

La vicinanza di un motore, un impianto elettrico, batterie, regolatori ed in più il carburante può essere un cocktail deflagrante, aggravato dal fatto di non averlo sotto gli occhi e quindi di rischiare di accorgersene troppo tardi.

E una volta che ce ne si è accorti? Aprire il portello di accesso alimenterebbe in ossigeno aumentando le fiamme e spesso i fori di accesso per azionare un estintore dall’esterno sono piccoli, mal orientati e poco accessibili.

Per dotarsi di mezzi idonei a fronteggiare un simile evento un sistema antincendio automatico è l’unico che può farci dormire sonni tranquilli.

Gli impianti automatici sono azionati da una capsula contenente un liquido che alla temperatura di 80 gradi si dilata provocandone la rottura ed azionando la valvola che libera l’agente estinguente.

A questo punto abbiamo due tipologie tra cui scegliere: la polvere e il gas inerte.

I sistemi a polvere sono efficaci ed economici ma se aspirati dal motore ne provocano un danno permanente oltre a ricoprire di polvere irrespirabile e difficile da rimuovere ogni componente della sala macchine. Risultato? Ci si salva dall’incendio ma si procurano danni permanenti alle installazioni.

I sistemi a Gas inerte, un tempo Halon sostituito dall’ecologico HCF 227 EA, sono più costosi ma hanno una durata decisamente superiore e se usati non danneggiano il motore ne lasciano nessun residuo.

Sono sistemi a saturazione quindi richiedono l’immediato spegnimento dei sistemi di ventilazione forzata e del motore. Quest’ultimo per evitare di aspirare il gas per espellerlo con lo scarico riducendone l’efficacia.

Sui motori con spegnimento a solenoide è possibile inserire un Engine Shut down che spegne il motore all’attivarsi dell’impianto ma nei sistemi a spegnimento manuale è possibile installare un allarme che suona in caso di attivazione.

Su Selavì abbiamo installato un sistema automatico a gas con allarme e comando manuale al quale affiancheremo un termometro per tenere monitorata la temperatura delle sale macchine. Primo indizio di malfunzionamento.

La Giornata dell’Oceano!

Selaví in traversata oceanica

Ieri abbiamo issato le vele, una bella bolina guardando Selaví destreggiarsi tra le onde dell’Oceano, e dopo poche ore di navigazione ecco davanti ai nostri occhi un’altra isola: un mondo completamente diverso, nuova lingua, nuovi usi, nuovi incontri. L’Oceano per noi è la via dell’acqua, la possibilità di muoverci da un luogo all’altro con il vento, su strade che possiamo disegnare ogni volta sempre nuove. Qualche grado più a ovest, e la prua punta verso un luogo diverso e lontano… Per noi l’Oceano è Libertà!

Chi naviga, però, sa che in Oceano non si deve mai dimenticare la prudenza. Che si parta per una breve navigazione fra le isole o per una traversata oceanica, la barca deve essere sempre pronta ad affrontare qualsiasi evenienza. I marinai sanno che, poiché nulla si può pretendere dal mare, si deve pretendere tutto da sé stessi e dalla propria barca. L’Oceano ci regala bellezza ed energia pura, e ci insegna il rigore ed il rispetto.

L’Oceano è il centro del nostro mondo.

Per i milioni di persone che abitano i litorali, l’Oceano è la principale fonte di reddito: fornisce cibo, bellezza che viene sfruttata dal punto di vista turistico, materie prime.
L’Oceano, grazie all’immensa capacità termica della massa d’acqua, è soprattutto il più importante regolatore del clima di questo Pianeta Blu, oltre che il suo più importante serbatoio di carbonio.

Chi vive a terra, spesso percepisce l’Oceano come qualcosa di intangibile e distante.
Immagini da  documentario, senza relazione diretta con qual tanto agognato mare, che, proprio ora che l’estate inizia in Europa a riscaldare le giornate, si prepara ad essere meta per molti.

La Giornata Mondiale dell’Oceano, celebrata in tutto il mondo, ci ricorda invece che l’Oceano è nel nostro cortile di casa. Di chiunque, anche di chi vive in montagna. Perché quell’acqua che scorre nel ruscello arriverà, attraverso cicli millenari, in ogni luogo del Pianeta e non inquinarla è un dovere.

Il ruolo dell’Oceano non è quello di un terreno di giochi, né di un serbatoio di cibo o di energia da cui prelevare voracemente per alimentare un genere umano spesso imprevidente.
Il ruolo del Oceano è la regolazione del clima di tutto il Pianeta ed ogni forma di vita in esso contenuta, dal minuscolo gamberetto alla grande balena, contribuisce a questo scopo.
Pesca, inquinamento, traffico, uso di carburanti, cementificazione del litorale sono tutte voci per le quali saremo un giorno chiamati a pagare il conto.

L’Oceano ti appartiene! Non aver paura di dirlo e di indignarti se assisti ad un abuso!

Qualche suggerimento per dare il tuo apporto per  una cultura di rispetto dell’Oceano:

1) Scegli pesci della pesca locale, prediligendo specie meno pregiate. Una ricetta fra le più apprezzate a bordo sono i Filettini di Balahoo (vanno bene anche sardine e acciughe fresche) in marinata: un ottimo esempio di come un pesce “semplice” possa trasformarsi in una leccornia.

2) Rifiuta di dare ragione a che ha costruito gli alberghi sulla spiaggia! Quando scegli dove andare in vacanza inserisci l’ambiente nei tuoi criteri di scelta. Piccole strutture con un impegno verso l’ecologia daranno a tutti un domani migliore.

3) In spiaggia porta un sacchettino per i rifiuti ed una bottiglietta in cui gettare i mozziconi delle sigarette ed evita di disperdere crema solare in mare. Metti la crema se prendi il sole, ma indossa una maglietta da nuoto anti UV se vai a nuotare.

4) Evita di pescare, a meno di non essere un ottimo pescatore! Rischieresti di portare a riva solo qualche piccola preda che finirà inevitabilmente nella spazzatura perché insufficiente a sfamare il gruppo. Meglio una spaghettata!

5) Per gli sport acquatici preferisci la vela, il pedalò o la canoa: non sono pericolosi, non danno fastidio agli altri, si fa dell’esercizio fisico, sono silenziosi e non bruciano carburante!
Evita per favore le moto d’acqua ed i vari aggeggi trainati dai motoscafi. Non ti farebbero onore.

6) Infine, se ami il mare, se senti la magia della navigazione, se sei affascinato dallo spazio e dal silenzio… naviga a vela! Perché navigare a motore è come ascoltare Mozart in una segheria…

Abbiamo cura della nostra casa, dell’auto, della linea e dei vestiti…prendiamoci cura del nostro Oceano!

Buon World Ocean Day a tutti!

Sail for Change!

Sail for Change!Sail for Change è un progetto di sensibilizzazione al rispetto dell’ambiente basato su idee semplici: un viaggio, una barca a vela, una famiglia, un Oceano ed un Pianeta da imparare a rispettare.

Vogliamo sperimentare concetti che insieme potrebbero contribuire alla riduzione delle emissioni di CO2, del consumo di combustibili ed all’abbattimento dell’inquinamento.
Parliamo di uso di energia da fonti rinnovabili, di riduzione dei consumi, di eliminazione degli sprechi, di tecnologie per migliorare l’efficienza e di scelte consapevoli, anche se più impegnative, per ridurre il nostro impatto sull’ambiente.
Tutte cose che rientrano nella sfera personale della nostra quotidianità e che non richiedono il permesso dello Stato né della politica per entrare a far parte della nostra vita.
Si tratta solo di capirne l’importanza, e di immaginarne l’impatto se venissero integrate nella vita di tutte le persone.

Il nostro viaggio attraverso gli ultimi paradisi del Mondo salperà dai Caraibi nel marzo 2014 per portarci verso gli Atolli delle Tuamotu, in Polinesia, passando per il canale di Panama, le Galapagos e le Marchesi.
Un viaggio per mare, la regione più vasta della Terra, durante il quale sperimenteremo, documenteremo, e racconteremo la nostra scelta di vita, i nostri passi verso l’impatto zero e la loro integrazione in un processo dispendioso in termini energetici come il viaggio.

Ed attraverso la traversata dell’Oceano Pacifico, una delle più grandi avventure che si possono vivere ai giorni nostri, speriamo di proporre un nuovo punto di vista, uno spunto di riflessione per ridare all’ambiente il suo giusto posto nella scala delle priorità.

L’antivegetativa ecologica

P1030231Ne siamo tutti coinvolti, quando andiamo in spiaggia o quando mangiamo un pesce ma, per molti al di fuori del mondo della navigazione resta qualcosa di sconosciuto.

L’antivegetativa è una speciale pittura che si applica sulla parte immersa delle barche per evitare che alghe e vari animaletti ci si attacchino impedendo il perfetto scivolamento dello scafo sull’acqua.

Nell’antichità si sperimentarono varie tecniche a base di olio, zolfo ed arsenico per prevenire la crescita degli organismi acquatici e per proteggere le carene delle imbarcazioni dall’attacco dei vermi che penetravano nelle tavole del fasciame cibandosi del loro legno.

Intorno al 1760 si iniziò a rivestire gli scafi con sottili lastre di rame inchiodate sulla carena di legno a ricoprire tutta la parte immersa. Leggi tutto…